Ascolto attivo consapevole: la qualità della comunicazione nelle relazioni

Ascolto attivo

Per gestire in maniera ottimale le relazioni in famiglia, con gli amici, nel quotidiano e sul lavoro, è necessario prima di tutto saper ascoltare. Ascoltare con la A maiuscola e non solamente udire passivamente ed automaticamente.

Non stiamo quindi parlando di un ascolto automatico e privo di attenzione, ma di un ascolto consapevole ed attento ai bisogni e al modo di comunicare dell’altro: “l’ascolto attivo”.

Cos’è l’ascolto attivo

L’ascolto attivo è la capacità di porre attenzione alla comunicazione verbale e paraverbale dell’altro in empatia e in totale assenza di giudizio.  È un atto che esercitiamo grazie ad un’intenzione, che coinvolge la nostra totale attenzione nel comprendere cosa l’altro ci sta comunicando, sia in modo esplicito che implicito, sia a livello verbale che non verbale.

Dieci modi per sviluppare l’ascolto attivo

1. Concentrazione: non farsi distrarre da elementi esterni e da ciò che accade intorno a noi. Capita che fattori come rumori forti, caos o baccano intorno, una temperatura della stanza/ambiente non confortevole, possano influenzare la nostra capacità di ascolto. In questo caso possiamo gentilmente comunicarlo all’interlocutore.

2. Rispettare l’interlocutore ed evitare di interrompere. Accertarsi che l’interlocutore finisca di parlare prima di fare un commento, o una domanda. Non bisogna ascoltare pensando già a cosa dovremo rispondere, ma rimanendo sempre concentrati su ciò che ci sta comunicando l’interlocutore.

3. Non completare le frasi dell’interlocutore, nella speranza che trasmettergli l’impressione di averlo meglio compreso. Questo non è molto confortante. Terminare le frasi dell’altro risulta negativo, perché dà l’impressione che abbiate già ascoltato decine di volte quello che vi sta dicendo, o che lo diate per scontato, oppure che sia un argomento noioso.

4. Mantenere il contatto visivo con l’interlocutore.

5. Inserire segnali di assenso, come cenni del capo o una postura proiettata verso l’interlocutore consente di entrare in maggiore sintonia ed empatia.

6. Prestare attenzione ai segnali non verbali di chi ci parla: tono di voce, espressione del viso, il linguaggio del corpo, ecc. Questi segnali possono fornire utili indizi su ciò che il nostro interlocutore vuole comunicarci, sui suoi pensieri e sulle sue emozioni.

7. Usare espressioni di condivisione: “ciò che penso è”; “ritengo anch’io che sia importante” “anche a me è capitato di”, ecc. sempre nel rispetto dell’interlocutore.

8. Usare la parafrasi riformulando ciò che dice l’interlocutore con le sue stesse parole. Ripetete pertanto ciò che avete compreso, i concetti chiave della comunicazione del vostro interlocutore. Questo può contribuire a eliminare eventuali incomprensioni e a evitare errori futuri. Ad esempio “mi stai dicendo che” “quello che vorresti dire è che”

9. Approfondite la vostra conoscenza/comprensione attraverso l’uso di domande aperte. Fare domande mirate se abbiamo bisogno di chiarire ciò che l’altra persona ha espresso.

10. Rispondere in modo intenzionale anziché reagire. Pensare molto bene prima di parlare, od esprimere pareri in modo automatico.

La figura del life coach

Il life coach è un facilitatore che, grazie proprio all’uso dell’ascolto attivo, riesce ad aiutarti a far emergere e divenire conscio di tutte le tue potenzialità in vista del raggiugimento di importanti obiettivi. Ti consiglio di dare un’occhiata al metodo Cerimonia Vocale che non solo utilizza l’ascolto attivo, ma prevede anche l’utilizzo del veicolo musicale all’interno delle sessioni.

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